Un ponte per discutere, dagli anni della guerra fredda ma oggi tanto piú attuale

Viviamo in tempi difficili, come insegnanti e come storici, ma anche come cittadini. In tempi di radicalizzazione e di orecchie chiuse, in cui é difficile discutere perché spesso si tende a smettere di ascoltare, a chiudere tutti gli argomenti dell´altro nel cassetto in cui lo si é classicaficato: tanto é un buonista, o un fascista, o un comunista, o un cospirazionista….

Per andare avanti puó essere utile il Beutelbacher Konsens (consenso di Beutelsbach). Si tratta di una delle referenze piú importanti per ogni persona in Germania (insegnante, guida, operatore nel lavoro didattico dei memoriali,…) attiva nella formazione politica…

Il consenso di Beutelbach nasce nel contesto della piena guerra fredda tra pedagogisti preoccupati dal timore che altri colleghi influenzino i loro studenti in direzione conservatrice/anticomunista o reciprocamente progressista/rivoluzionaria. E´un compromesso che non viene imposto a nessuno ma raccoglie un minimo comune denominatore su cui possono riconoscersi pedagogisti legati a posizioni politiche tra loro contrapposte.

Il «Consenso di Beutelsbach», come fu successivamente definito, rappresenta il risultato del convegno che ha avuto luogo a Beutelsbach nel 1976, come riportato da Hans-Georg Wehling. Dietro le diverse posizioni politiche, didattiche e di filosofia della scienza, sostenute da Rolf Schmiederer, Kurt Gerhard Fischer, Herrmann Giesecke, Dieter Grosser, Bernhard Sutor e Klaus Hornung, Wehling riteneva di aver individuato una base comune, come consenso minimale di formazione civico – politica che riassunse in tre principi fondamentali:

1. Divieto di sopraffazione Non è consentito sopraffare (l´espressione “raggirare” mi sembra troppo semplice, la parola tedesca überwältigen significa piú travolgere emozionalmente) lo studente. – qualunque siano i mezzi usati – in direzione delle opinioni desiderate, impedendogli così “di guadagnarsi un giudizio autonomo”. Proprio qui, infatti, si trova il confine tra la formazione civico-politica e l’indottrinamento. L’indottrinamento è inconciliabile con il ruolo del docente in una società democratica e con l’obiettivo – pienamente condiviso da tutti – che lo studente raggiunga la maturità (la “mündigkeit”, in cui non avrá bisogno di un tutore che decida per lui)

2. Ció che è controverso nella ricerca scientifica e nella politica deve apparire controverso anche nell´insegnamento
Questa esigenza è strettamente collegata alla precedente: se si passano sotto silenzio le posizioni diverse, se non si riferiscono le possibili opzioni e non si discutono alternative, si percorre giá la strada dell´indottrinamento. Bisogna chiedersi se l´insegnante non debba forse addirittura ricoprire una funzione correttiva, vale a dire se non debba elaborare e far emergere in particolare le posizioni e le alternative che risultino estranee agli studenti (o chi altro partecipi ad offerte di formazione politica) per le loro rispettive provenienze politiche e sociali.
Constatando questo secondo principio é chiaro perché la posizione personale del docente, la sua provenienza sul piano scientifico teorico e la sua opinione politica diventano relativamente poco interessanti; il suo modo di intendere la democrazia non rappresenta un problema perché anche le idee diverse vengono prese in considerazione.

3. Lo studente deve essere messo in condizione di analizzare una situazione politica ed i propri interessi e inoltre di cercare mezzi e vie per influire sulla realtà politica esistente, in direzione dei propri interessi. Un tale obiettivo include in forte misura l’accentuazione delle capacità operazionali, cosa che però è una logica conseguenza dei due principi sopra citati» (Wehling 1977, 179s). (…)

Segue un´aggiunta contenuta nella traduzione di Prof. Dr. Olga Bombardelli, Universitá di Trento

“Sullo sfondo delle discussioni sul comunitarismo, sulla società civile e sul patriottismo costituzionale, e tenendo conto del dibattito sul cambiamento dei valori e del concetto didattico ad esso riferito della sintesi tra i valori (Wertesynthese), Schneider nel suo intervento al secondo convegno post- Beutelsbach (zweiter Beutelsbacher Nachfolgekonferenz) del 29 febbraio 1996 a Bad Urach modificò ulteriormente il terzo principio : «Lo studente (l’adulto) deve essere messo in grado di analizzare i problemi politici e di immedesimarsi nella situazione delle persone coinvolte, nonché di cercare strumenti e modalità per influenzare la soluzione dei problemi nell’ottica dei propri bene intesi interessi, tenendo conto della sua corresponsabilità per la convivenza sociale e per la politica nel suo insieme» (Schneider 1996, 220).”

Originale: http://www.bpb.de/die-bpb/51310/beutelsbacher-konsens
Traduzione della Prof. Dr. Olga Bombardelli:
https://www.lpb-bw.de/beutelsbacher-konsens.html
con mie lievi modifiche che ho evidenziato.

Claudio Cassetti

Maggiori informazione sulla Bundeszentrale für politische Bildung
(Centrale federale per la formazione politica) 

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8 o 9 maggio ( e 25 aprile): hanno ancora oggi un significato?

Oppure bisogna rinunciare alla divisione tra “il giusto” e “lo sbagliato” nel confronto con il passato? Rinunciare alle attualizzazioni? E rifugiarsi nella pura e semplice trasmissione dei fatti storici?

Nel breve saggio (5 pagine) si danno informazioni e valutazioni sulla cultura della memoria attuale in Germania e in Italia, a partire dal dibattito sul settantacinquesimo della fine della guerra, chiedendosi quanto e come sia ancora possibile puntare alla trasmissione di valori a partire dal passato. Si discutono brevemente prese di posizioni dei presidenti della repubblica tedesca nel 1985 e nel 2020, di Alberto Asor Rosa e Italo Calvino, di Alexander Gauland e Matteo Salvini.

Qui trovate il saggio in pdf

Saluti

Claudio Cassetti 25-05-2020

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Elezioni in Germania: hanno conseguenze sul lavoro della memoria?

L´ingresso dell´Afd nel parlamento tedesco viene vissuto da molti in Germania e all´estero come un fatto traumatico. A mio avviso il trauma dal punto di vista politico é molto relativo, alla fine é solo una sorta di normalizzazione: adesso anche la Germania ha la sua Lega.
E´peró dal punto di vista culturale (e quindi anche del lavoro sulla memoria) che l´ingresso dell´Afd potrebbe portare nuovi elementi nella situazione tedesca.

L´Afd sfrutta sia apparenti aspetti di debolezza del political correct tedesco – ho sentito spesso visitatori italiani parlate di “lavaggio della coscienza” – che la fortissima sensibilitá di giornalisti e politici per lanciare provocazioni con dichiarazioni che sembrano voler riabilitare anche il passato nazista della Germania.
Queste provacazioni riescono quasi sempre nel loro obiettivo, perché ogni volta permettono all´Afd di conquistare le prime pagine dei (tele)giornali e ostacolano la discussione di problemi politici concreti, a cui la Afd sa dare ancora meno risposte degli altri partiti.
Quando poi si entra nel dettaglio loro relativizzano sempre le loro dichiarazioni.

Peró in questo modo sdoganano nell´opinione pubblica tedesca un certo modo di parlare di questi temi.

Con risultati come quelli per esempio della campana di Hitler nel paesino di herxheim
Sono 83 anni che una campana con la croce uncinata e il nome di Hitler chiama i fedeli alla preghiera nella chiesa locale. Adesso qualcuno vorrebbe toglierla perché considera intollerabile questo fatto. La maggioranza sembra non volerlo. Il sindaco del paese (lista civica, non Afd!) dice ai giornalisti che é giusto lasciare la campana perché

“Se noi nominiamo Adolf Hitler le prime cose, sopra di tutto, sono la persecuzione degli ebrei e gli anni di guerra. Se si parla di queste cose si dovrebbe raccontare peró tutto. Si dovrebbe dire che queste erano le atrocitá e che c´erano anche cose che Hitler ha iniziato e che noi ancora oggi usiamo…”

Come dire: “ma Hitler ha fatto anche cose giuste?” O no?

Alla fine del dibattito probabilmente nel futuro la campana di Hitler continuerá a suonare,
peró sulla parete della Chiesa ci sará una lapide che commenterá in qualche modo la presenza della campana.

Peró il sindaco di un paesino della Renania (né nazista, né Afd) ha detto in pubblico
qualcosa che prima dell´Afd probabilmente non avrebbe detto.

Questo é il segno che qualcosa sta cambiando, anche e fuori dall´Afd e dal suo elettorato.

E´un segno di pericolo?

E´un segno a cui chi lavora sulla memoria deve reagire?

Come?

Claudio Cassetti

 

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Humboldt-University / Nazi book burnings / a contradiction? NO!

Sintesi:
– il Rogo dei Libri fu una iniziativa autonoma della piú grande organizzazione degli studenti in quel momento, appoggiata dalle autoritá e dal governo nazionalsocialista
– la maggior parte degli studenti organizzati nelle universitá tedesche era giá prima del 1933 chiaramente nazionalista, antirepubblicana e antisemita
– dall´ambiente degli intellettuali (studenti e professori) dell´universitá giá dal periodo imperiale (anche dopo e oltre Treizschke) vennero contributi sostanziali per rinforzare e sviluppare il nazionalismo e l´antisemitismo.

– l´istruzione non solo non protegge dal razzismo,
ma addirittura allora lo rese ancora piú radicale

 

unter https://www.hu-berlin.de/de/ueberblick/geschichte/verbranntes-wissen/geleitworte/chronologie (Michael Wildt) in Kurzform oder unter http://www.verbrannte-buecher.de/ (detailliert, auch sehr interessant, um die Entwicklungen aus der Kaiser- bis zur Ns-Zeit zu verfolgen) kann frau/man deutlich sehen, dass:
– die Bücherverbrennung war eine gut geplante eigene Initiative der Deutschen Studentenschaft, (die quasi in Konkurrenz mit der Nationalsozialistischen Studentenbund entstand) und von den Behörden bzw. der Nazi-Regierung unterstützt wurde; die Deutsche Studentenschaft hatte sich lange vor
– die Studentenschaft der Humboldt-Universität und aller Universität in der Weimarer Republik in der überwiegenden Mehrheit schon vor 1933 deutlich völkisch und antirepublikanisch bzw. rechts extrem positioniert war und massiv an den Morden und an den bewaffneten Repressionen gegen Demokraten und Linken beteiligt war; bei Repression der Novemberrevolution gab es Tausende von freiwilligen Meldungen zum Kampf gegen die Revolution in Berlin, so dass die Universität die Vorlesungen und Übungen ausfallen ließ.
– im Studenten- und Professoren-Milieu der (Humboldt)-Universität gab es auch nach Treitschke mehrere Stimmen von gebildeten Menschen, die den Antisemitismus und Nationalismus weiter akribisch intellektuell immer mehr entwickelten und radikalisierten, schon lange vor Hitler.

Also: Bildung schützt nicht unbedingt vor (auch militantem) Rassismus.
Ganz im Gegenteil: Bildung führte damals zu (auch militantem) Rassismus, sie verstärkte ihn sogar.
Der Graben zwischen Bebelplatz und Humboldt-Universität war also doch nicht so tief.

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Hitler e nessuna fine, ma sempre piú prove che si uccise

Hitler e nessuna fine, ma sempre piú prove del fatto che si uccise il 30 aprile 1945

Nessun dittatore ebbe il coraggio di assumersi le proprie responsabilità;
Mussolini cerco di fuggire in Svizzera, Hitler fuggi nella morte.

Sintesi dei fatti noti, nominati da fonti autorevoli

– 5 Mai 1945 Soldati dell´armata rossa trovano il corpo di Hitler
– una indagine del servizio segreto sovietico identifica la sua identitá attraverso l´osso mascellare; l´autopsia porta alla conclusione del suicidio per avvelenamento
– ulteriore indagine del ministero degli interni sovietico dal titolo “Operazione Mito”; nell´ulteriore autopsia non si trovano tracce di zyancali; resti del cranio e oggetti personali
vengono portati a Mosca
In tutte e due le indagini vengono ascoltati circa due dozzine di testimoni incarcerati in condizioni estreme in prigioni sovietiche
– Il cadavere viene sepolto a Rathenow e poi a Magdeburg, in zone militari sovietiche
– nel 1970 viene bruciato ancora, la cenere viene dispersa, perché la zona in cui si trova sta per essere restituita all´amministrazione civile tedesca

Stalin stesso nasconde sia il ritrovamento del cadavere che i risultati delle due indagini.
Non sono ancora chiari né dettagli delle indagini né il motivo della segretezza sui risultati
Solo dopo la fine dell´Unione Sovietica nel 1992 emergono ufficialmente gli incartamenti dell´”Operazione mito” quando nel 2000 il FSB (servizio segreto interno russo) pubblica atti della prima indagine.
Dopo il 1992 diventa pubblica l´esistenza di resti del corpo di Hitler: resti della calotta cranica con un foro di proiettile e dell´osso mascellare con i denti. Questi resti e i cuscini del divano con tracce di sangue e oggetti personali si trovano negli archivi del FSB a Mosca; i resti sono stati mostrati al pubblico a Mosca nel 2000, in una mostra dell´Archivio russo di stato. E sono stati oggetti di analisi da parte di diversi ricercatori non russi.

L´attribuzione dei resti del cranio a tutt´oggi (2019) non é ancora provata con assoluta certezza.

Nel 2002 e nel 2008 ci sono state indagini. In un articolo di Spiegel Online “Russen halten Hitler-Schädel für echt”, 08.12.2009 si riferisce che nel 2009 un ricercatore americano, Nick Bellantoni, ha sostenuto di aver confrontato il DNA del sangue sull´osso mascellare e del cranio e di essere arrivato alla conclusione che si tratta di materiali di due persone differenti, il cranio è di una donna. Altri ricercatori affermano che peró si puó trattare di un errore dovute all´impuritá delle prove esaminate.

L´attribuzione dei resti dell´osso mascellare é stata invece confermata ripetutamente.

L´ultima volta nel 2018 sulla base del confronto con radiografie ancora esistenti dei denti di Hitler ( vedi l´indagine di Philipp Charlier).

La fonte principale di queste informazioni sono pubblicazioni di Kristiane Janeke, storica, tra il 2006-2008 direttrice del Museo Russo-tedesco di Karlshorst in a) Hitler und die Deutschen, catalogo della mostra nel DHM (Museo di storia tedesca), 2010/2011, pg. 281 b)“Welche Bedeutung haben die Hinterlassenschaften Adolf Hitler 65 Jahre nach Kriegsende?…” 5.10.2010  www.tradicia.de

Hermann Weiß („Hitlerstod“ in: Legenden, Lügen, Vorurteilen, Wolfgang Benz, 1992, pg. 96) dice che “i dubbi sull´identitá del cadavere sono stati dissipati, ma rimane il dubbio se Hitler si sia ucciso con il veleno o un colpo di pistola. “Le dichiarazioni contradditorie dei testimoni appartenenti al suo entorauge piú stretto permettono la conclusione che ci sia stata una consapevole mistificazione per cercare di salvare il “Führer” dall´accusa di un “vile” suicidio con il veleno. L´indagine di Philipp Charlier arriva alla conclusione che Hitler aveva paura del fallimento del suicidio e per questo effettuó un doppio suicidio, prima inghiottendo il veleno e poi sparandosi alla nuca.

Per approfondimenti:
Alisa Argunova „Die acht Bestattungen Hitlers“ in

Die acht Bestattungen Hitlers


Karl Heinz Janßen in http://www.zeit.de/1968/30/wie-starb-adolf-hitler
L.A. Besymenski http://www.zeit.de/1968/31/so-starb-adolf-hitler
Angelika Franz 2018 : Wie Hitler sich zwei mal umbrachte

Claudio Cassetti, aggiornato al 21.01.2019

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liberi di scegliere?

Liberi di scegliere? Percorso su tema guida
Libertà, responsabilità individuale e difficoltà di scegliere sotto le dittature e oggi

Al centro di questo percorso ci sono prima di tutto storie di persone in contesti diversi, dalla dittatura nazionalsocialista, dello stalinismo, del regime della RDT e dalla Germania della guerra fredda alla Germania di oggi. L´obiettivo è quello di entrare in contatto con quei momenti delle piccole storie e delle vite private in cui ci si ritrova di fronte a dilemmi provocati da scelte della società. Le tesi di fondo sono che anche in situazioni estreme si sono possibilità di scelta ma anche che addirittura oggi (in una società democratica) non è assolutamente facile scegliere. A partire da momenti della vita quotidiana di singole persone si pongono questioni come quelle dei meccanismi consenso, esclusione, persecuzione e resistenza nel nazionalsocialismo, nella RDT e nella societá in cui viviamo, la questione della “colpa” e della societá e del coraggio civile.

Se scegliete questo tema guida vi proponiamo di inserire nella visita
– il percorso base 3, Quartiere Ebraico & Centro storico, con la visita al Museo degli Eroi silenziosi e con la ricostruzione sul posto di biografie di berlinesi ebrei

– il percorso sulle tracce di Larry Orbach, berlinese di origine ebraica che a 18 anni sopravvisse per quasi due anni in clandestinitá, ma anche degli altri berlinesi che lo aiutarono o no,
– la visita al Memoriale di Sachsenhausen, in cui si occupa anche delle reazioni delle persone che allora vivevano attorno al KZ,
– la visita al Centro di documentazione del lavoro forzato, un luogo autentico che ricorda le esperienze che sono stati costretti a fare anche almeno 600.000 soldati italiani,che divennero IMI (internati militari italiani) e che sono spesso i nonni o i bisnonni di molti dei ragazzi e delle ragazze;

il miniprogetto “Andarsene o rimanere” che punta alla ricostruzione di biografie e motivazioni di persone che hanno deciso di rimanere nella RDT ed altre che hanno deciso di fuggire rischiando la vita al Muro; lo stiamo allargando integrando anche biografie di rifugiati:

il workshop “Storia e presente” presso il progetto innovativo 7xJung; in tre o quattro ore i ragazzi e le ragazze possono scoprire insieme a giovani pedagogisti la mostra del centro vivendo e discutendo le condizioni di vita dei loro coetanei perseguitati e no negli anni del nazionalsocialismo.
http://www.7xjung.de/71/

(estratti dal catalogo di Claudio Cassetti:
richiedere tutto il catalogo)

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cosa ci rimane della storia?

Cosa ci rimane della storia? Percorso su tema guida
Il denaro, l´amore, la libertá, la morte: cosa rimane?
Azioni per esplorare senza preconcetti luoghi che possono parlare da soli

Si parte dalla forza particolarmente espressiva di alcuni monumenti contemporanei (il Monumento agli Ebrei d´Europa assassinati, quello ai Rom e ai Sinti assassinati, … la stessa frase qui sopra viene da un monumento/performance), dalle contraddizioni tra questi e altri monumenti tradizionali e infine dalle contraddizioni ancora visibili nel paesaggio urbano, p. es. dentro l´Accademia delle Arti a Pariserplatz. Si cerca di capire insieme prima di tutto da soli e gradualmente cosa dicono (o non dicono) le tracce della storia rimaste visibili. E´ insieme un modo per cercare di appassionare le persone ma anche per verificare insieme se e quale forza abbia ancora la storia.
Ritroverete questo approccio e questo tema in ogni caso nel mio modo di guidare ed esperimentare insieme la cittá, particolarmente nel percorso base 1, nella zona tra il Reichstag, la Porta di Brandenburgo e Potsdamer Platz.

Potete peró anche scegliere questo approccio come tema guida di tutta il viaggio di studio.

In questo caso esperienze di questo genere verranno allargate

– al percorso base 4, quindi alla Berlino storica tra la Porta di Brandeburgo e Alexanderplatz, alla Chiesa della Memoria di Berlino Ovest.

– al percorso nel Bayerischer Viertel, dove la presenza di berlinesi ebrei perseguitati (anche di Albert Einstein) è segnata anche da un monumento estremamente particolare, i cartelli del ricordo di Renata Stih e Frieder Schnock, dove 80 disegni volutamente ingenui abbinati a brevi citazioni dalle regolamentazioni restrittive contro gli ebrei sono appesi in tutto il quartiere, sotto i cartelli con i nomi delle strade.
Si cercherà di entrare in contatto con le persone che di recente hanno aperto i loro appartamenti al pubblico per un pomeriggio per mostrare una mostra (dentro la propria casa) sui perseguitati che in quella casa vissero fino alla deportazione.

(estratti dal catalogo di Claudio Cassetti: richiedete tutto il catalogo)

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i tour di studio sugli -ismi

 

Segni di ricordo dal Reichstag a Alexander Platz NS DDR def-page0004

fascismo (nazionalsocialismo, fascismo italiano,…)
comunismo (socialismo della RDT e del blocco sovietico,…)
(neo)liberalismo, cosmopolitismo e globalizzazione, (neo)nazionalismo…
dittatura, consenso, dissenso, legalitá, democrazia, partecipazione

Nell´immagine vedete solo una parte della quantitá
impressionante di edifici, monumenti e segni
che nel giro di soli due o tre chilometri testimoniano
degli -ismi a Berlino, almeno dalla Rivoluzione francese ad oggi.

Si tratta in gran parte di segni in linguaggi sorprendenti e coinvolgenti,
dove la stessa sovrapposizione forzata mette in discussione il carattere
talvolta originariamente retorico e li trasforma in fonti
di sorprese, esperienze insolite e domande.

In questi tour peró PRIMA di o PIUTTOSTO che spiegare i segni
cercheremo di sfruttare questi linguaggi,  li vivremo insieme
realizzando in ogni luogo minilaboratori
per acquisire alla fine ogni volta informazioni concrete
su singoli aspetti dell´influenza degli -ismi sulle persone e sulla societá,
in modo da permettere che ognuno posso farsi una propria impressione
su differenze e similitudini degli -ismi.
Molto spesso un elemento dei minilaboratori saranno testimonianze
e storie di singole persone, anche di ragazze e di ragazzi.

Ogni visita guidata a Berlino é sempre e necessariamente
anche un tour di esperienza degli -ismi, anche
per chi degli -ismi non vuole interessarsi.

E´possibile limitarsi a fare una sorta di carrellata veloce,
senza scegliere dei temi o delle domande guida.
Giá questo puó essere utile a suscitare interesse
per la forza negativa e positiva degli -ismi
e per metter in guardia dai pericoli,
scoraggiando l´indifferenza e la pigrizia in generale.

E´ possibile peró anche scegliere dei singoli temi e domande guida

In questo caso ci soffermeremo solo su alcuni di questi segni
e eventualmente completeremo l´esperienza dei segni
con ulteriori visite di approfondimento e discussione.

Vi possiamo mandare una lista di temi e domande guide.

Claudio Cassetti
infomail@t-online.de

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consenso e dissenso nel nazionalsocialismo

Queste domande sono state raccolte nel 2012 da guide parlanti italiano tra visitatori di Berlino. Attenzione: le domande non sono state “corrette”, corrispondono talvolta alla versione letterale espresso da visitatori.

Alla fine della lista delle domande troverete un link
per alcune risposte provvisorie e la bibliografia.

Sul consenso e dissenso nel terzo Reich (questione della “colpa”?)

1 “Quanto era ampio il consenso a Hitler?
Perché Hitler è stato così sostenuto dal popolo tedesco?
Hitler è stato sostenuto dalla maggioranza dei tedeschi? Perché?

2 “Perché i tedeschi hanno collaborato con i nazisti,
e hanno denunciato così tanti ebrei, senza mostrare pietà per il loro destino?
La maggioranza dei tedeschi era d’accordo con la persecuzione degli ebrei?

3 “Chi sapeva \ poteva sapere qualcosa della Shoa?
Quanto ne sapevano i tedeschi?

4  La maggior parte dei tedeschi era d´accordo
con l’assassinio di massa degli ebrei?

5 “Si vede che i tedeschi hanno la coscienza sporca,
Chi era veramente colpevole della Shoah? Tutti i  tedeschi?

„Come è potuto arrivare a questo punto un popolo
che aveva una tale storia,tali filosofi, tali musicisti…?

Quanti si sono opposti?
Quanti hanno fatto resistenza contro il Nazionalsocialismo?
Quanti hanno aiutato i perseguitati? Perché?

8 Germania e Italia: antisemitismo nella storia.

L´antisemitismo in Germania era più diffuso e radicale
che in altri paesi, per esempio in Italia?

9 Germania e Italia: la disponibilità a sviluppi sociali aggressivi

Il consenso alla dittatura, alla guerra e alla persecuzione di minoranze
in Germania era più forte che in altri paesi, per esempio in Italia?
C´era o c´é una speciale predisposizione dei tedeschi a tali sviluppi sociali?
Altri (per esempio gli italiani) sono meno vulnerabili da questo punto di vista?

Dopo che le domande sono state raccolte
alcune guide hanno cercato di formulare
delle risposte e di indicare fonti scientifiche,
che possono aiutare a rispondere.

Domande Consenso Dissenso NS risposte

Claudio Cassetti (in collaborazione con

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sinti e rom: “zingari”?

La questione dei nomi / quello che si deve sapere
(Claudio Cassetti)

il monumento riporta nella scritta ufficiale una dizione complessa,
frutto di compromessi alla fine di dibattiti molto intensi:

„Sotto il dominio del nazionalsocialismo dal 1933 al 1945 sono state perseguitati centinaia di migliaia di persone come »zingari« in Germania e negli altri paesi europei. La maggior parte di loro definiva sé stessa secondo l´appartenenza di ognuno a gruppi diversi come per esempio Sinti, Rom, Lalleri, Lowara o Manusch. I gruppi piú gradi in Europa erano i Sinti e i Rom. Scopo dello stato nazionalsocialista e della sua ideologia razziale era loa distruzione di questa minoranza: bambini, donne e uomini sono state deportate e assassinate nel luogo dove erano nati o nei ghetti e nei campi di concentramento e di annientamento. Le persecuzioni hanno anche coinvolto il gruppo di vittime a sé stante degli Jenische e di altri viaggianti.”

(citazione dal testo alle pareti del monumento)

Per cercare di capire meglio questo testo ma anche il dibattito
e le conseguenze della persecuzione di allora
ma anche dell´antiziganismo va tenuto presente quanto segue:

Sono stati perseguitati
come „zingari“ (Gypsy, Gitanos, tutte definizione dall´ESTERNO dei gruppi)
persone
che si chiamavano per esempio Sinti, Roma, Lalleri, Lowara, Manusch
(tutte definizioni dall´INTERNO di ogni gruppo) e anche
altre che NON chiamano sé stessi neanche Roma e Sinti,
cioè gli Jenische e altri viaggianti

Sinti
(vivono in Germania, Europa occidentale, Croazia e Slovenia)
(non tutti si definiscono Roma)

Rom 1) (definitizione collettiva per tutti e per tutte le lingue)
(parlano peró lingue diverse e non tutti si definiscono Rom)

Rom 2) vivono in Croazia, Bosnia, Macedonia, Serbia, Polonia…

Lalleri, chi parla la lingua dei sinti tedeschi

Lovara, vivono in Germania, trattano tradizionalmente con cavalli, parlano romanes, si definiscono meno come Rom

Manousches, vivono in Francia e nei paesi confinanti, parte dei sinti

Jenische, vivono in Svizzera e nel sud della Germania, non si definiscono Rom

 

Primo Levi, parlando di sé e di Cesare Cases, ha detto “Noi due non ci saremmo mai resi conto di essere ebrei se non ce lo avessero dimostrato gli altri in modo abbastanza convincente” (citato secondo un´intervista con Cesare Cases letta sul Manifesto)

 

 

 

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